Quando una stazione ferroviaria diventa alla stregua di un museo: attrae turisti da ogni angolo del pianeta. Tra le più belle, ne spicca una.
Negli anni ’80-’90, il periodo più di moda dell’interrail, quasi un culto per milioni e milioni di giovani squattrinati che riuscivano a visitare mezza Europa con pochi soldi in tasca, una stazione ferroviaria era sempre una svolta.
Chi scendeva un attimo per prendere una boccata d’aria aperta, chi comprava dell’acqua fredda oppure beveva alla fontanella. Chi restava inebriato dalla quella stazione sperduta ma super accogliente: una bomboniera.
Con il tempo le stazioni ferroviarie hanno cambiato aspetto, divenendo quasi dei centri commerciali con i brand più famosi e costosi. A Roma la Stazione Termini è stata quasi ripulita, quella di Milano ha sempre affascinato. All’estero, poi, non ne parliamo. Ce ne sono tante che attraggono i turisti da ogni angolo del pianeta, come fosse un museo.
A Parigi c’è Gare de Lyon una delle più belle stazioni grazie all’originario aspetto rimodernato in occasione dell’Esposizione Universale del 1900. La Torre dell’Orologio ancora funziona con il suo meccanismo originale e caratterizza anche la piccola ma super accogliente Stazione Rossio, a Lisboa: come si scende dal treno non si possono non notare due grandi portali a ferro di cavallo, sopra i quali svetta proprio la torre dell’orologio. I binari si trovano a 30 metri di altezza rispetto all’entrata principale!
La riqualificazione della London King’s Cross ha trasformato la stazione ferroviaria inglese: otto binari coperti da padiglioni in vetro, c’è l’iconico “binario 9 ¾” di Harry Potter, impossibile non farsi una foto. Chi non è stato ad Amsterdam? La Stazione Centrale sempre un palazzo monumentale, che fa rima con regale: la stazione è stata classificata come “rijksmonument”, cioè un edificio di rilevante bellezza e importanza storica. Si potrebbe continuare all’infinito: ogni stazione ferroviaria ha il suo fascino oggigiorno. Ma c’è n’è una considerata addirittura patrimonio dell’Unesco. È quella di Mumbai, un po’ gotica un po’ barocco, profuma di tradizione.
Tale è la Chhatrapati Shivaji Terminus paragonabile a una reggia o a un castello. Perché un patrimonio dell’umanità? Tra i mille motivi anche un marmo pregiato toscano, nel Gothic Revival. Moltissimi elementi decorativi sono il frutto del lavoro degli studenti della locale scuola d’arte, fra i quali: legni intagliati, tegole, ringhiere in ferro battuto e ottone, le griglie per le biglietterie e le balaustre della grande scalinata. Chi è andato in India non ha potuto fare a meno di visitarla. Altro che semplice stazione per i treni.
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